Disordinare apparentemente la galleria, mostrandola al pubblico diversamente da come è abituato ad osservarla, diventa un caotico stratagemma che annuncia la catartica rinascita di poetiche sdrammatizzanti, sorridenti e proiettate verso il futuro.
Lo spettatore, oltre ad essere coinvolto e invitato ad aiutare l’artista a completare il trasloco attraverso un’allegorica attività performativa, durante il periodo di spostamento metaforico, noterà le difficoltà che i galleristi avranno con lo spazio che, fino a poco prima, era un perfetto e funzionale contenitore di opere, oltre che un luogo di vendita e mediazione con le variegate figure che compongono il consolidato sistema dell’arte che tutti conosciamo.